L’altra metà dei pascoli è l’opera che ho realizzato per la terza edizione del Bidda Festival a Siris in Sardegna.

Il tema della connessione con la Natura e il territorio ha proposto un’opportunità di riflessione sul legame profondo con l’ambiente ed era realmente in sintonia con quanto le mie opere tentano di raccontare negli ultimi anni.

In un periodo storico segnato da sfide globali e incertezze, l’iniziativa del festival intendeva suggerire un risveglio collettivo, una chiamata all’azione verso una maggiore consapevolezza ecologica.

Lo scopo era quello di ribadire l’importanza di preservare le risorse naturali, tutelare la biodiversità e promuovere un modello di vita più sostenibile, partecipando attivamente alla protezione del territorio in un contesto in cui le problematiche ambientali e climatiche si fanno sempre più urgenti.

Il mio pezzo ha tratto ispirazione dal documentario dedicato alla pastorizia femminile girato da Anna Kauber e intitolato “In questo mondo”. Anna ha attraversato tutta l’Italia con la sua Panda intervistando 100 donne di età compresa tra i 20 e i 102 anni. Anche se la figura del pastore, nell’immaginario collettivo, è sempre stata associata al genere maschile, sempre più donne scelgono di svolgere questa attività con un distintivo approccio femminile, prendendosi cura degli animali e preservando maestosi paesaggi. Fra queste alcune iconiche donne sarde.

L’opera non riferisce a nessuna di queste figure in particolare ma inventa due volti sconosciuti che ripetono un gesto di cura e mostrano uno sguardo caparbio, con un chiaro passaggio di eredità fra nonna e nipote, mentre animali selvatici e d’allevamento convivono. Fra questi alcuni esemplari di endemismo sardo, l’averla capirossa, la sterpazzola di Sardegna e la vanessa sarda. All’inizio volevo intitolarlo “Pastorale, femminile plurale”, poi ho preferito puntare su un altro modo di raccontare queste custodi di vita.

Un grazie speciale ad Andrea Casciu e Kiki Skipi per aver organizzato questo festival stupendo, ad Enrico Marras per le fotografie dell’opera e ad Andrea Zampatti per i ritratti a pellicola (ultime immagini della galleria), ai super artisti presenti (Alleg, Hitnes, Ceciro, Ciredz, Ottoeffe, Fabio Frau), a Fomento per le serigrafie, a Gabriella, Claudio, Luciano, Michele, Nicola, al Comune di Siris e a tutti quelli che hanno dato una mano, davvero una macchina meravigliosa questo Bidda!

“The other half of the pastures” is the mural I created for the third edition of the Bidda Festival in Siris in Sardinia, Italy.

The theme of the connection with Nature and the territory proposed an opportunity to reflect on the deep bond with the environment and was truly in tune with what my works have been trying to tell in recent years.

In a historical period marked by global challenges and uncertainties, the festival initiative intended to suggest a collective awakening, a call to action towards greater ecological awareness.

The aim was to reiterate the importance of preserving natural resources, protecting biodiversity and promoting a more sustainable lifestyle, actively participating in the protection of the territory in a context in which environmental and climate issues are becoming increasingly urgent.

My piece was inspired by the documentary dedicated to female pastoralism filmed by Anna Kauber and entitled “In questo mondo”. Anna traveled across Italy with her Panda interviewing 100 women aged between 20 and 102. Although the figure of the shepherd, in the collective imagination, has always been associated with the male gender, more and more women are choosing to carry out this activity with a distinctive feminine approach, taking care of animals and preserving the majestic Italian high-altitude landscapes. Among these are some iconic Sardinian women. The work does not refer to any of these figures in particular but invents two faces that repeat a gesture of care and show a stubborn look, with a clear passage of inheritance between grandmother and granddaughter, while wild and farmed animals coexist. Among these are some examples of Sardinian endemism, the averla capirossa, the sterpazzola sarda and the Sardinian Vanessa. At first I wanted to call it “Pastoral, feminine plural”, then I preferred to focus on another way of telling about these guardians of life.